Pillole dal campo adolescenti

a cura di gifrini

Poco più di una settimana fa è giunto al termine il campo adolescenti regionale “Alla ricerca di D-io” che si è svolto dal 15 al 19 luglio presso il convento di Santa Margherita a Cortona. I nostri giovanissimi, senza paura di mettersi in gioco e in discussione, hanno compiuto un “viaggio” per conoscere se stessi, scoprendo che la Verità su di loro e sulle loro vite la dice solo Dio attraverso l’incontro con Lui! Queste le notizie tecniche…ma questo campo sarà piaciuto? Come l’avranno vissuto? Cosa si saranno portati a casa? A questo punto non possiamo far altro che passare la parola a loro..

Hai presente la bellezza? Credo che ognuno di noi ormai abbia presente i fratelli, quelli veri, quelli a cui basta uno sguardo per capirti, una richiesta d’aiuto silenziosa per porgerti un mano, quelli che, anche se non ricordi il nome, la fraternità, l’età o il colore delle mutande, sono pronti ad aprire il loro cuore, a metterti in mano la loro storia, i loro pensieri, le loro preoccupazioni e i loro limiti. Ci sono fratelli, che sanno già cosa ti serve; e ci sono altri che a volte pensi di aiutare e invece ti donano cento volte tanto. Ti sarà capitato di incontrare quelli sempre silenziosi, quelli ‘per le loro’ che con i loro silenzi ti urlano “Ehi! Sono qui, ti va di ascoltarmi?”, e quelli sempre al centro della scena che ti regalano sorrisi facendoti sentire le gioia dello stare insieme. Le nuove leve, poi, che con lo sguardo spaurito si guardano attorno in cerca di punti di riferimento, e che dopo neanche un’ora si ritrovano a giocare a ‘Ninja’ con persone sconosciute. Ci pensi mai al loro coraggio e alla loro voglia di mettersi in gioco? Pensa invece a quei fratelli che fanno un po’ gli intrattenitori della situazione, quelli a cui piace ricevere attenzioni e che sono capaci di trasformare un momento di servizio come la pulizia della cucina nel momento di karaoke più bello di sempre. E ancora, i chiacchieroni: quelli che non ti fanno mai sentire solo, in disparte o emarginato, quelli che verranno sempre li a raccontarti la loro vita pur di non vederti solo E come dimenticarsi dei ‘vecchi’ della situazione, quelli che ormai dopo cinque anni pensano di averci capito qualcosa, e il Signore è li di nuovo, pronto a scombussolare ogni certezza, a rimescolare le carte e aprirli a nuovi orizzonti, a mostrargli nuovi incroci e scelte da prendere. Ma cosa sarebbe questo gruppo di giovani scatenati senza quegli adolescenti un po’ cresciuti nell’anima, meglio conosciuti come animatori… Loro ci mettono anima e corpo per trasmettere la loro fede e spesso si sentono chiamati ad un compito più grande di loro. Penso che non si rendano conto dei frutti che il Signore fa nascere attraverso le loro parole, i loro gesti, ma soprattutto il loro essere giovani uomini e donne. Loro sono sempre lì, pronti a tenerci per mano, come veri fratelli maggiori. Ma i miei preferiti sono sicuramente quei fratelli che non si sentono mai abbastanza, mai degni di tutto quello che stanno vivendo, e che si sentono soffocare, e a tratti esplodere dalle mille emozioni. Gli stessi che sono in grado di mettersi a piangere davanti a tutti al momento dei saluti o al ‘momento della carezza’. Non dimenticarti, poi, di quel frate e quella suora che con le loro parole ti hanno messo in discussione come persona e che ti hanno fatto venire i brividi per la semplicità con cui ti guardavano dentro. Ultimi, ma non per importanza, i fratelli di sempre, che quando eri tu il nuovo arrivato in famiglia, sono venuti da te e ti hanno detto che anche loro non conoscevano nessuno… cosa poteva nascere se non un’intesa straordinaria?! È in questi momenti che ripenso alla strada fatta insieme. Mi sento davvero fortunata per tutte quelle persone che, più grandi o più piccole che siano, mi hanno insegnato tanto e che vedo come punti di riferimento nel mio cammino, come esempi veri e sinceri di fede. Ecco, è in ognuno di loro che Dio è presente, è più vicino di quanto tu possa immaginare; e a te chiede solo di amarlo. Mi piace fermarmi a riflettere su quanta bellezza ci sia in ognuno di loro, in ognuno di noi. A quanto sono fortunata per aver ricevuto in dono tutto questo, tutti questi fratelli con tutte le loro diversità e le loro bellezze. Sarebbe bello tenerlo sempre a mente, non dimenticare mai quanto imparato in questi cinque giorni, conservare questo senso di completezza, di gioia e di amore di cui siamo stati testimoni quasi fino a farci venire il mal di pancia… fino a sentire come le farfalle nello stomaco una volta tornati a casa. Semplicemente GRAZIE.  

Sara

 

Appena sono tornato dal campo mi sono messo a sedere, a pensare a quei bellissimi giorni e mi son sentito vuoto e non capivo il perché…allora ho iniziato a pensare a cio che avevo passato…forse mi sentivo vuoto perché mi mancava lo svegliarsi la mattina e incontrare un fratello, forse mi mancava condividere la colazione con altri, forse mi mancavano le catechesi delle suore e dei frati, forse mi mancava far partire i cori per le cuoche e gli animatori, forse mi mancava creare la mia carta d’identità, forse mi mancava salire sul treno regionale “gifra”, forse mi mancavano i giochi della sera, forse mi mancava il giocare a lupus, forse mi mancava il condividere la mia giornata con i miei fratelli e le mie sorelle, forse mi mancava ascoltare la loro giornata, forse mi mancava la testimonianza di ‘grandi’ uomini che con le loro parole mi hanno toccato il cuore, forse mi mancava la veglia che nel suo silenzio ti fa piangere il cuore…non sono certo di ciò che mi mancava, ma di una cosa sono sicuro: mi son sentito vuoto nella pienezza…mi son sentito vuoto perché mi mancava essere coccolato da chi sta un po’ più in alto di me, ma ero nella Sua pienezza che mi sussurava ‘sei un prodigio’ e poi capisci che non è tanto più in alto di te.

Luca

 

Non sarei mai capace di considerare un campo un qualcosa di venuto bene se non mi avesse scombussolato le idee, anche solo di poco; ecco, questo campo mi ha scombussolato la vita. Durante il viaggio di ritorno, nella macchina del Fonta, è consuetudine confessare cosa si è lasciato al campo e cosa, invece, si è riusciti a portar via; dalla mia bocca cominciano a uscire le solite boiate che servono solo a nascondermi la vera domanda, ma poi diventa inevitabile rispondere: io a questo campo ci ho lasciato me stesso, o almeno l’illusione che avevo di me, un’illusione che era diventata una sottospecie di idolo nel mio cuore. Pensieri che mi hanno distrutto, concetti che mi hanno demolito ogni certezza, parole che, senza mezze misure, sono arrivati e hanno cominciato a prendermi a cazzotti e a dirmi “sei un prodigio”. Mai avrei pensato di poter essere qualcosa di più di una fotocopia, un granello di sabbia uguale a tutti gli altri che si fa trasportare dalle correnti insieme a migliaia di altri granelli. E invece no. Sono unico. Sono un prodigio. E lo siamo tutti. Di coloro che erano al campo posso confermarlo per esperienza diretta. Persone meravigliose, che con un sorriso ti dicono grazie e con uno sguardo ti chiedono scusa, che ti dicono tutto con una sola parola e talvolta anche con meno, persone che ti ascoltano, che ti aiutano, che ti sostengono non per farsi vedere, per farsi ringraziare e rispettare, ma perché ne hanno l’opportunità, perché amano. Ecco, in loro c’è Dio, come c’è Dio in ognuno di noi, non vedo l’ora di portare qualcosa di questo campo, qualcosa di me, qualcosa di noi nella mia vita quotidiana, familiare, scolastica. Non vedo l’ora di poter vedere il bello di tutte quelle persone che sono già nel mio mondo e di tutte quelle alle quali non ho dato la possibilità di avvicinarsi o non mi sono avvicinato. Siamo tutti prodigi, voglio vedere quel prodigio.

 Cosimo

 

La domanda Più gettonata quando uno torna da un’esperienza del genere è.. Che cosa ti sei portata da questo campo? Li per li non rispondi perchè ancora non hai riflettuto bene e a fondo su quello che è stato,su chi hai conosciuto,su chi hai amato. Poi torni a casa e hai il pensiero costante dei quattro giorni passati, e non trovi pace dentro di te, perchè è una cosa COSI grande che non riesci a capirla o spiegarla ma dentro di te sai che cosa ti sei portato.. Per prima cosa l’amore di dio che ti avvolge il cuore e te lo stringe come una mamma che stringe suo figlio, un amore che a parole è impossibile da spiegare, un amore che a volte ti fa soffrire ma ti dona tanto. spesso ci sembra di essere abbandonati da lui, pare quasi che non ti ascolti e ti ignori, ma in realtà è al tuo fianco e ti accorgi solo dopo che non ti ha mai abbandonato. La seconda cosa che ci portiamo a casa è l’esempio, l’esempio di sacrificio,dedizione,determinazione che ci hanno trasmesso gli animatori,che sono il nostro punto di riferimento più grande. Sono i nostri fratelli maggiori che sono severi spesso ma sono coloro che ti insegnano a crescere e a rispettarti e ad amare. Per ultimo ci portiamo tante amicizie, ma di quelle vere di quelle di cui non puoi fare a meno, quelle che ti porterai dietro tutta la vita quei fratelli che condividono con te la parte più profonda della tua vita, fratelli che ti amano per come sei davvero e che ti aprono il cuore non per farsi vedere ma perchè lo vogliono e perchè lo provano davvero , quei fratelli che ti fanno dire “grazie signore per i fratelli che mi hai donato”

 Francesca

 

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