Ogni anno noi della fraternità di Siena organizziamo un paio di settimane da passare insieme in montagna, fra passeggiate, giochi e uno spazio dedicato alla formazione inerente al tema scelto . Quest’anno siamo andati a Ponte di Legno in provincia di Brescia. Il campeggio (il nostro campo locale) è sempre un’ottima occasione per vivere appieno lo spirito di fraternità e di servizio verso l’altro e per crescere un po’ insieme. Quest’anno ci siamo dedicati al tema del prendersi cura: prendersi cura delle cose che abbiamo, degli altri, del creato, di noi stessi. Ed ecco le impressioni di alcuni di noi…
“Lo ammetto per me è stato un tema un po’ difficile da seguire, ma mi ha lasciato numerosi spunti, punti di domanda che faranno nascere di sicuro qualcosa di positivo e spero mi faranno maturare un po’. Una parte della formazione per esempio che mi ha colpito particolarmente è stata quella a proposito della correzione fraterna intesa come un modo di prendersi cura della propria fraternità. Quest’anno i partecipanti erano meno rispetto agli anni passati e anche se questo all’inizio mi era sembrato un limite alla fine ha invece rivelato un lato positivo: abbiamo, secondo me, riscoperto il vero spirito di fraternità che sentivo di avere un po’ perso. Il campeggio in montagna è sempre un momento che unisce il divertimento alla crescita spirituale e all’impegno verso i propri fratelli e anche questa volta è stato fantastico condividere questo tempo con la mia fraternità.”
“Il tema di quest’anno mi ha fatto riflettere su aspetti a cui non avevo mai dato troppa importanza .Mi ha fatto rendere conto di quanto io dia per scontato le cose che ho e le persone che conosco e di quanto non abbia mai visto in ciò qualcosa di cui prendermi cura. Può sembrare un tema semplice, ma in alcuni suoi aspetti è stato un po’ complicato da seguire e da capire. Vivere due settimane con i tuoi fratelli è qualcosa di speciale e ti permette di rafforzare lo spirito di fraternità e i legami con le persone. Il campeggio non è una semplice vacanza in montagna, c’è sempre quel qualcosa in più che lo rende diverso: la bellezza dello stare insieme sia nei momenti di svago e di gioco sia in quelli dedicati alle formazioni, condividere la soddisfazione di raggiungere la vetta e la fatica del camminare, la gioia di poter aiutare un fratello lungo il sentiero o nelle piccole cose ogni giorno. E se mi posso permettere ciò che lo rende unico è Dio, la nostra fede e il nostro amore per Lui, che sono e sempre saranno il punto fermo in ogni campeggio. Ed ogni volta il tempo vola e tu non vorresti mai andare via. È dura tornare alla normalità svegliarsi e non trovare più tutti accanto a te. Ogni volta ti accorgi che quei giorni ti hanno aiutato a crescere e che ora che sei ha casa non devi farti prendere dalla nostalgia, ma mettere a frutto ciò che il campeggio ti ha lasciato…”
“Da ciò che è uscito fuori dalle condivisioni di fine campo, quest’anno, pur essendoci meno persone e con un consiglio tutto nuovo, è stato comunque un bel campo. I primi giorni sono stati di assestamento per tutti; ci sono state delle discussioni ma che hanno portato, fortunatamente, a dei chiarimenti su molte cose. L’essere meno persone rispetto agli altri anni ha due aspetti, uno positivo e uno negativo: quello negativo è che in meno persone si fa meno “casino”, ma il lato positivo è che, con una cerchia più ristretta di persone si possono consolidare alcuni rapporti (per esperienza personale quest’estate sono arrivato alla rottura totale del rapporto di amicizia che avevo con una persona, ma poi siamo ritornati più amici di prima).
Questo campo è servito anche al nuovo consiglio per prendere le misuree devo dire che hanno fatto, oggettivamente, un buon lavoro.”
Chiara, Flavia e Roberto