Pillole dal campo regionale…

#WalkinProgress

Calambrone (PI) – Cenacolo

27-30 Dicembre 2017

È passato un po’ di tempo dal campo, ma le emozioni e le esperienze vissute non sono ancora passate. Ecco dunque tre contributi sull’esperienza invernale di quest’anno…

 

Quello che cerco sempre di fare, una volta tornata a casa, è portare un po’ della magia del campo anche nella mia vita di tutti i giorni: provo a ricordare, durante i momenti di sconforto e solitudine, la sensazione dolce del sentirsi amata e accolta dai propri fratelli; cerco di portare un po’ di questo amore e di questa gioia anche alle persone con cui vivo, alle quali non sempre riesco a mostrarmi come veramente sono. Concluso questo campo, posso dire che è nei sorrisi, nelle parole e nelle persone, che ho trovato l’amore di Dio; nei giochi e nelle risate; ma anche nelle lacrime e negli abbracci al momento dei saluti. Considero un dono, un privilegio, essere entrata a far parte di questa grande famiglia: una famiglia che non puoi scegliere, ma che man mano impari ad amare, una famiglia che a sua volta impara ad amarti per i tuoi pregi ma anche per i tuoi limiti, una famiglia che ti spinge, non ti blocca, che ti scombussola, che ad un certo punto ti stimola a mettere in discussione le tue stesse idee e convinzioni, la tua stessa vita. Durante questo campo ho provato ad amare e ho provato a lasciare che gli altri amassero me. Ma solo quando, alla fine del campo, Caterina mi ha detto: “Questa è la mia famiglia”, mi sono resa conto che senza le persone, senza dei fratelli, senza una famiglia, sarebbe impossibile per me vedere e sperimentare la bellezza e la grandezza dell’amore di Dio e che quel Dio su cui tanto mi interrogo, non l’avrei trovato cercando dentro di me, ma l’avrei trovato in tutte le persone che incontro nel mio cammino.

Cecilia

 

Quando ho deciso di partire per questo campo regionale mi sono sentito come Bilbo Baggins quando viene chiamato da Gandalf il Grigio a partire per una nuova avventura: siamo nel periodo natalizio, non ho ancora organizzato il capodanno, ci sono le partite di serie A, fa discretamente freddo… chi me lo fa fare di andare a Calambrone e stare per tre giorni con gente che a malapena conosco o che non ho mai visto?

Si trattava della mia prima esperienza gifrina, a distanza di pochi mesi dalla Promessa, e nessun hashtag poteva essere più azzeccato di #Walkinprogress: posso anche camminare, ma dove vado? Dove voglio andare? Con chi condivido tutto ciò? Condensare ciò che questo campo mi ha fatto vivere è complicato almeno quanto lo è stata la sua organizzazione per i fantastici ragazzi del Consiglio Regionale. Preferisco allora trovare un “centro di gravità permanente” – direbbe Battiato – attorno al quale far ruotare il racconto: il tema ricorrente era quello della vocazione. Qual è la strada giusta da seguire? Come faccio a capirlo? Qualcuno mi può aiutare? Nessuno può saperlo se non si mette in cammino. E talvolta dobbiamo avere il cuore aperto ai cambiamenti, dobbiamo essere pronti a partire e ad abbandonare le convinzioni sulle quali ci arrocchiamo nel quotidiano: per avere delle certezze bisogna rischiare delle incertezze. Ecco il senso di Bilbo che accetta l’esortazione di Gandalf, ecco il senso di Abramo che decide di seguire Dio senza alcuna sicurezza di avere un erede di sangue, ecco il senso di Simon Pietro che pasce le pecore che Gesù gli affida nonostante lo avesse rinnegato.

Sono state giornate estremamente intense ed estremamente vive. Testimonianze forti come quelle di Suor Giulia, Fra Fabio e Katia e Alessandro ci hanno aperto gli occhi su quanto sia lungo e faticoso il percorso da intraprendere per trovare il proprio posto nel mondo, indipendentemente che sia nella vita religiosa o nella vita di coppia: ci vogliono tempo, pazienza, prudenza ma anche un cuore aperto a leggere i segni che Dio ci manda e ad ascoltare i consigli e le opinioni di persone vicine. Un momento forte come quello dell’adorazione – preceduta da un pomeriggio di condivisione sulla nostra Prima Comunione – ci ha una volta di più ricordato quanto sia bello avere un contatto diretto con Gesù, senza mai dare per scontato che nessuno altro si sarebbe mai incarnato per noi. Nel gelido pomeriggio passato alla basilica di S.Pietro a Grado il rinnovo della nostra Promessa intorno all’altare ci ha fatto riscoprire il calore accogliente della fraternità francescana.

La mia non vuole certo essere un’omelia, perché il campo è fatto anche per divertirsi e stare insieme. Vi confesso che inizialmente, avendo un quadro generale dell’età media dei partecipanti, mi pareva di essere tornato al liceo, ai tempi delle vulcaniche assemblee d’istituto! Eppure, nonostante ci fossero notevoli differenze anagrafiche, non c’è voluto molto a far gruppo e a conoscersi più a fondo, grazie anche al gioco di squadre a tema serie-tv, al quiz serale organizzato dalla fraternità di Grosseto, alle tante condivisioni in cerchio, alle spiegazioni scientifiche di storia della ribollita e di cause e rimedi del meteorismo, ai cori incessanti durante il banchetto (e qui una menzione di merito va fatta a Fra Roberto, che nel suo ruolo di capo-ultrà ha assunto l’aspetto di una pentola a pressione pronta ad esplodere), ai balli di gruppo nella sala comune e alle serrate partite a carte fino a notte fonda. Ognuno aveva una storia da raccontare, una bellezza da far scoprire, una qualità da far emergere. E vedere ragazzi come me abbracciarsi in lacrime al momento dei saluti è stata la prova del segno indelebile che il campo ha lasciato in tutti noi.

È davvero incredibile che abbia trovato così tante cose da raccontare dopo soli tre giorni, ma vi assicuro che un’esperienza del genere è davvero una tappa da fare in questo interminabile cammino. Situazione sentimentale: #Walkinprogress, ma almeno non ho sbagliato incrocio!

Ettore

 

La vocazione. In un periodo di grandi cambiamenti nella mia vita e in quella un po’di tutti, sono e siamo chiamati a chiederci: dove possiamo fare la differenza? Come possiamo essere strumenti nelle mani di Dio? Come possiamo testimoniare al fratello quell’amore gratuito che abbiamo ricevuto a nostra volta? È in questo contesto che si svolge il campo walk in progress, alternando testimonianze forti e momenti di relax. Calambrone offre sempre una struttura efficiente e piacevole, ma è il dono dei fratelli che dà sapore a queste giornate invernali in riva al mare. Tre cose porto a casa da questo campo: una bellissima analisi dello Hobbit alla luce della vocazione; il sapere che non si può testimoniare l’amore di Dio senza averlo conosciuto, senza ricordare come questo è entrato nella propria vita; che l’Eucarestia, altro tema principale del campo e della nostra promessa, è l’unico sostentamento che ci permette di superare i nostri limiti e fare da motore per la nostra chiamata e il bene che possiamo fare attraverso di essa.

Gianmario

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